STORIA E ORIGINI
Il suino (Sus scrofa domesticus), chiamato comunemente maiale o porco, è un suide addomesticato appartenente ai Mammiferi dell’ordine Artiodattili Suiformi. Il maschio si chiama verro e la femmina scrofa o più raramente troia, mentre i cuccioli sono detti lattonzoli o anche verretti se di sesso maschile e scrofette se di sesso femminile. È uno degli animali da macello più diffusi e più utilizzati dall’uomo, anche in ragione dell’ampia gamma di sottoprodotti derivati, che vanno da articolatissime specifiche lavorazioni delle sue carni, allo sfruttamento delle setole (secondo un antico adagio, del resto, “del maiale non si butta niente”). Il maiale domestico e il selvatico cinghiale appartengono entrambi a un’unica specie, essendo interfecondi. L’allevamento del maiale cominciò nel neolitico con la sedentarizzazione degli umani, dato che questo animale non è capace di transumanza. La domesticazione è avvenuta probabilmente in Cina fra il 8.000 e il 5.000 a.C. Nel mondo antico, l’allevamento di suini era in uso in Mesopotamia, Egitto e Grecia e si è sviluppato durante l’Impero romano, particolarmente in Gallia. All’inizio del Medioevo il suino era allevato allo stato brado; nel Basso Medioevo si cominciò a praticare l’allevamento in stalla. Nell’età moderna il processo di allevamento ha condotto all’emergenza di razze specializzate. L’utilizzo di carne suina sottoposta alla salagione è divenuta tradizionale nei Paesi dell’Europa e dell’America del Nord. Elementi di ordine economico hanno fatto evolvere l’allevamento tradizionale verso l’allevamento intensivo. Il maiale viene allevato principalmente per la sua carne ma anche per la pelle, setole e letame.