
STORIA E ORIGINI
Nonostante il suo nome, il Porcellino d’India (o Cavia porcellus) è un roditore originario del Sud America. Questo perchè quando Cristoforo Colombo approdò in America, nel 1492, la convinzione era che si trattasse delle Indie. Così questo animale ha mantenuto nel tempo questa curiosa denominazione geografica. Il termine cavia, invece, è di origine precolombiana e significa topo.
Il genitore del Porcellino d’India è una specie selvatica (Cavia aperea), tipica delle montagne peruviane, che fu addomesticata molti secoli fa dalle popolazioni indigene delle Ande per scopi alimentari (tuttora in vari Paesi del Sud America come, per esempio, il Perù, la Bolivia, l’Ecuador e la Colombia, i porcellini d’India vengono utilizzati quali alimenti, serviti al forno, fritti od alla griglia). In Europa, invece, dove il porcellino d’India è stato importato nel XVI secolo, è diventato nel tempo un animale da compagnia.
Dal XIX secolo, poi, i Porcellini d’India sono diventati animali da laboratorio ed utilizzati per la ricerca scientifica. Il primo ad utilizzare questo animale per scopi scientifici fu Robert Koch, il quale utilizzò le cavie per le ricerche in ambito batteriologico e microbiologico.
L’ambiente naturale di questo animale è la grande prateria argentina o brasiliana. Territori quindi erbosi, vasti ed in parte aridi. Solitamente vive in gruppi di 5 – 10 individui, con a capo un maschio dominante. E’ un animale erbivoro, e predilige le prime ore della giornata e le ore serali, restando invece per il resto del tempo nella sua tana.
Il Porcellino d’India comunica con gli altri esemplari attraverso segnali acustici simili a degli squittii, ciascuno dei quali assume un diverso significato. Vengono utilizzati anche segnali olfattivi, in particolare da parte dei maschi durante il periodo riproduttivo per marcare le femmine e per segnare il territorio.