
Origini e Curiosità
La Mora Romagnola è una razza suina autoctona originaria dell’Italia della zona dell’Emilia Romagna che sta rischiando di scomparire. Con la diffusione degli allevamenti industriali è stata completamente abbandonata: perché cresce molto più lentamente dell’onnipresente Large White e, paradossalmente, per la maggiore percentuale di grasso che caratterizza la sua carne rispetto ad altre razze suine “magre”.
Caratteristiche e Morfologia
La Mora Romagnola si riconosce subito, per il pelo marrone scuro che tende al nero (da cui il nome di “mora”), per il particolare taglio a mandorla degli occhi e per la presenza, soprattutto nei verri, di zanne molto lunghe, tali da renderli più simili a cinghiali che non a maiali veri e propri. Come molte vecchie razze la Mora è vigorosa, predisposta all’ingrassamento e molto rustica: ideale per sistemi di allevamento all’aperto.
Carni sapide, morbide ma compatte, alquanto grassottelle: queste le caratteristiche che contraddistinguono la Mora. Ottimi risultati si sono raggiunti utilizzandola per la produzione di salumi di pregio quali il culatello o la spalla cruda. Ma anche le tradizionali cotture casalinghe (arrosti, braciole, spiedini) bastano a esaltare i sapori e i profumi, ricchi e complessi, di questa carne “ritrovata”. Nei maschi i testicoli ben pronunciati, mammelle in numero non inferiore a 10, mentre nelle femmine le mammelle in numero non inferiore a 10, capezzoli normali, ben pronunciati e pervi. L’Altezza si aggira fra gli 80-90 cm (le scrofe sono più alte dei verri). Il suo peso è di circa 250-300 kg alla maturità (18-20 mesi).