Basilico, origano, prezzemolo, rosmarino, e salvia sono solo alcune delle erbe aromatiche emblematiche della tradizione culinaria italiana. Ma al di là di quelle più comuni, ne esistono altre decisamente meno note.
Eccone un piccolo elenco:
Aneto (Anethum graveolens)
L’aneto è un’erba proveniente dall’India e dalla Persia. Detto sia “aneto odoroso” che “aneto puzzolente”, è stato utilizzato e apprezzato in molte culture antiche come quella egiziana, greca e romana, dov’era considerata un’erba rinvigorente. Nella Bibbia, figura persino come moneta di scambio. Il suo sapore e profumo – che ricorda il finocchio e l’anice – lo rende prezioso in cucina.
Basilico rosso
La pianta del basilico rosso, rispetto ad altre piante aromatiche, è leggermente più esigente in fatto di calore: si sviluppa bene in un clima che oscilla tra i 25 e i 12 gradi. Annaffiarlo poco ma spesso è il trucco per coltivarlo al meglio evitandogli pericolosi ristagni idrici.
Con un aroma leggermente più intenso rispetto al basilico verde, lo si può usare come guarnizione per numerosi piatti o per realizzare un insolito pesto viola.
Cerfoglio (Anthriscus cerefolium)
Somiglia al prezzemolo ma il suo sapore ricorda l’anice. In Italia è molto più facile trovarlo nella sua forma secca. È ottimo per insaporire patate, uova, pesce, zuppe, minestre e carni bianche. Le sue foglie si consumano crude e tagliate sottili ed è preferibile aggiungerle a fine cottura. In questo modo è possibile preservarne il gusto piacevole lasciando intatte le sue proprietà.
È ricco di vitamina C, ferro, magnesio e carotene. Molto utilizzato nel trattamento dei dolori reumatici, degli eczemi e nella ritenzione idrica.
Dragoncello (Artemisia dracunculus)
L’Artemisia dracunculus è un’erba originaria della Russia e della Siberia. Ad essa ci si riferisce con diversi nomi: estragone, serpentaria, dragone e tragone, o come dragoncello.
Quest’erba contiene tantissime vitamine oltre a percentuali di sodio, potassio, acidi grassi, proteine e ferro (solo per citarne alcuni).
Il sapore del dragoncello è una via di mezzo tra sale e pepe; risulta amarognolo e leggermente piccante. Troviamo il dragoncello nella tradizione culinaria francese – dove caratterizza la salsa bernese – e, in Italia, nella regione Toscana nella salsa al dragoncello.
Levistico (Levisticum officinale)
Si tratta di una pianta originaria dell’antica Persia, diffusasi in tempi antichi nell’Europa centrale e meridionale. Il levistico fa parte della famiglia del prezzemolo ed è conosciuto anche come sedano di monte. Si ritrova infatti allo stato spontaneo nelle zone prealpine e appenniniche, dai 500 fino a 1.500 m di altitudine.
Gli antichi Romani la usavano come noi oggi consumiamo il prezzemolo e il sedano comune. Tuttavia, pur avendo una lunga tradizione nel nostro paese, oggi non è molto conosciuta. I suoi semi possono essere usati per condire focacce o possono essere sparsi su patate e carne.
Nasturzio
Viene spesso usato come pianta ornamentale ed è di facile coltivazione. Le sue foglie – dal sapore molto particolare – possono essere utilizzate nell’insalata. Anche i suoi fiori sono commestibili: piuttosto piccanti, vanno usati con parsimonia.
Santoreggia (Satureja)
Non è facile da trovare ma è facile da coltivare. Il sapore di quest’erba fa sì che venga chiamata anche “erba pepe” o “erba acciuga”, mentre l’aroma ricorderebbe un po’ il timo e il limone (non resta che assaggiarla). Le sue foglie – le uniche parti commestibili – possono essere usate fresche o secche. La santoreggia è ottima per aromatizzare sughi e carni.