Il sole dista dalla Terra 150 milioni di chilometri e 5 miliardi di anni. Com’è spiegato nell’articolo sull’ecosistema, la vita su questo pianeta dipende strettamente dal sole: da esso traggono energia le piante che, a loro volta, forniscono ad animali e uomini parte del cibo e dell’ossigeno di cui hanno bisogno.
Senza il sole, la Terra sarebbe un pezzo di ghiaccio ricoperto di rocce.
Le piante dipendono interamente da esso: catturandone la luce, danno vita al processo della fotosintesi clorofilliana, producendo così le proprie sostanze nutritive (principalmente carboidrati), scartando ossigeno nelle ore diurne e riassorbendolo in quelle notturne.
Il rapporto col sole è decisamente diverso per gli animali che, come gli uomini, possono spostarsi e andare in giro alla ricerca di cibo e clima migliori.
L’importanza che il sole riveste in numerose culture dell’umanità è emersa già 11 mila anni fa, quando iniziò a svilupparsi l’agricoltura. Gli uomini capirono ben presto che il ciclo delle piante dipendeva dal sole e che la semina doveva avvenire in precisi momenti.
Al di là degli effetti che il sole apporta alle coltivazioni – e quindi al nutrimento della specie umana – sono stati ampiamente studiati gli effetti che esso produce sul corpo umano, potendo trarre alcune conclusioni: se da un lato un’esposizione al sole troppo lunga e senza protezioni può causare gravi danni alla pelle e agli occhi, dall’altro la luce solare permette all’organismo umano di sintetizzare spontaneamente la vitamina D, indispensabile per processi importanti come la fissazione del calcio nelle ossa e la rigenerazione dei tessuti.
Dunque, ai 150 milioni di chilometri che separano il sole dalla Terra è necessario aggiungere un’ulteriore distanza che permetta di usufruire dei suoi benefici e meno degli svantaggi.
Credits: Giovanna Catanzaro