Agricoltura biologica o biodinamica? Negli ultimi tempi si sente parlare sempre più spesso di agricoltura biodinamica. Di che si tratta? E in cosa differisce da quella biologica?
La coltura biodinamica si basa sull’idea che la natura sia un unico grande organismo. Le piante, i contadini e gli animali di una fattoria sono responsabili del benessere della natura in cui sono immersi.
Tra gli obiettivi principali dell’agricoltura biodinamica vi è la fertilità del terreno, che si raggiunge con dei preparati per il compostaggio totalmente naturali. Se la microflora e la microfauna del terreno sono prospere, anche le piante lì seminate lo saranno, ricevendo dal terreno il nutrimento appropriato.
Nell’agricoltura biodinamica l’approccio alla natura esclude qualsiasi tipo di agente sintetico: i fertilizzanti, i pesticidi e i preparati per il compostaggio sono di origine vegetale e minerale. Per rinvigorire il terreno ci si serve anche di letame e sovesci. Non c’è spazio per fertilizzanti sintetici, antibiotici e prodotti chimici.
E questa costituisce un’importante differenza tra i due tipi di coltura in questione: anche nell’agricoltura biologica viene incoraggiato l’uso di letame e di concime organico, e i fertilizzanti e i pesticidi chimici sono senza dubbio sottoposti a rigorose restrizioni. Ma non sempre sono vietati.
Tuttavia, al di là di queste differenze, la coltura biologica e quella biodinamica condividono moltissimi aspetti. Entrambe sono sensibili a:
- la fertilità del suolo
- la biodiversità
- i cicli di vita naturali
- il rispetto dell’habitat naturale delle specie vegetali
- il divieto degli OGM
- la rotazione delle colture.
Secondo alcuni punti di vista, l’agricoltura biodinamica è soltanto un’evoluzione di quella biologica.
Restiamo in attesa di scoprire più aspetti di questa coltura adesso in voga – ma precedente alla biologica – per una più fondata comparazione tra i due metodi.